Dalla dott.ssa Cintia Liana Reis de Silva
In Brasile è scoppiato un caso in cui tutti i gruppi di appoggio all’adozione, genitori adottivi e professionisti del campo dell’adozione e della famiglia sono impegnati con l'obiettivo di far consapevole la giustizia. Anche la società civile è coinvolta sempre di più.
Una bambina di 4 anni e mezzo ha convissuto con la famiglia adottiva per quasi 3 anni e adesso la famiglia biologica la vuole nuovamente. Questa famiglia biologica ha convissuto con lei per soli 2 mesi, poi è stata allontanata per maltrattamenti, la madre ha problemi mentali ed il padre è alcoolista. Dopo 1 anno e mezzo in orfanotrofio è andata in adozione per una famiglia che ha aspettato 5 anni nella fila di adozione, e adesso, dopo quasi 3 anni di convivenza (ancora non si è conclusa l'adozione per responsabilità di ritardi del Potere Giudiziario), felice e sana, un magistrato ha deciso che lei, la bambina, deve ritornare all’ambiente malato e miserabile da dove è uscita con 2 mesi di vita, dove ci sono anche 6 fratelli.
Il magistrato del processo di prima istanza ha usato la frase: “Quello che Dio ha unito l’uomo non separa”, come se i bambini dovessero vivere soffrendo, con genitori cattivi ed irresponsabili perché gli hanno dato la vita.
Tutto indica la dirigente di una chiesa evangelica (che anche è proprietaria dell’orfanotrofio in cui la bambina è stata), che guida i genitori a voler nuovamente la figlia, essa paga l’avvocato della coppia. Questa signora ha fatto anche varie minacce alla coppia adottante. Queste minacce sono state provate in udienza pubblica. Adesso lei è anche denunciata di alcuni crimini contro l’infanzia.
Altre casi simili stanno succedendo in Brasile e questo è molto preoccupante. Il Brasile ha delle leggi sull’infanzia più moderne al mondo ed è un Paese all’avanguardia riguardo l’adozione e tanti altri argomenti nel campo dei diritti umani.
Il ritorno della bambina Duda e la rottura dei legami con i genitori adottivi le porterà mille problemi emotivi. Oltre la possibilità di una morte psichica, una marea di insicurezze, il profondo sentimento di abbandono, incomprensione, di panico, terrore, rabbia, rifiuto, in un ambiente completamente strano a lei, con genitori con cui lei non ha sviluppato nessun tipo di legame affettivo.
Noi sappiamo ed anche la scienza lo sa, che l’amore è un sentimento costruito nel tempo, con investimento di rispetto, desiderio di appartenenza, e questa bambina ha già sviluppato l’amore di figlia verso i genitori adottivi.
La giustizia deve proteggere la bambina ed i legami famigliari costruiti con i genitori adottivi, non valorizzare soltanto i legami consanguinei con genitori biologici, completamente estranei, malati e manipolati dalla signora dell’orfanotrofio.
Se L’ECA, “Estatuto da criança e do adolescente”, promulgato dal potere giudiziario brasiliano, sostiene che i bambini devono essere protetti, sono i loro interessi che devono stare al di sopra di tutto, allora perché la giustizia vuole che la bambina ritorni dalla famiglia originaria, anche sapendo che porterà tanti problemi psicologici? In realtà, per una parte dei Magistrati, è diventato una questione di potere tra Potere Giudiziario e Società.
Fino a quando i minori pagheranno per la mancanza di buon senso e d’amore degli adulti? I bambini non sono oggetti, sono soggetti di diritti.
Per favore, condivida, tutti devono conoscere questa storia. Difendiamo i bambini!
Cintia Liana Reis de Silva, è psicologa e psicoterapeuta, brasiliana, esperta in psicologia di coppia, famiglia ed adozione e lavora in Italia. www.psicologiaeadocao.blogspot.com
Nenhum comentário:
Postar um comentário